Numero 7

Maggio 2020

L’architettura di Dio.

Fin dall’antichità l’architettura sacra è stata concepita nelle forme di grandi monumenti lapidei. La pietra possiede solidità e durevolezza, e i primi costruttori hanno usato in chiave simbolica la sua essenza. Ciò che è sacro è eterno, e la pietra ne è la rappresentazione concreta: da Stonehenge alle piramidi egiziane, dai templi greci e romani alle cattedrali gotiche. L’intera storia dell’architettura è contrassegnata da questo pensiero.

Se la bellezza appare nella qualità dei materiali, l’impiego dei marmi costituisce la più alta forma di eleganza in natura insieme ai metalli rari e alle gemme. Già Vitruvio, nell’unico trattato di architettura romana da noi conosciuto, afferma che le colonne monolitiche e i rivestimenti lapidei costituiscono l’eccellenza dell’arte edificatoria. Dopo di lui i grandi architetti rinascimentali hanno perseguito la stessa finalità.

Negli edifici dei primi Cristiani la diffusa presenza di elementi lapidei (pilastri, trabeazioni, arredi) rievoca il mondo dell’intimità spirituale. Come è nobile l’anima del fedele, così è ricco l’interno della chiesa. Mentre gli esterni possono mostrare un’immagine talvolta dimessa (per esempio nei semplici corsi di mattoni), il cuore delle navate e dei transetti manifesta lo splendore dei marmi pregiati, delle colonne solidissime, dei rivestimenti preziosi e rari.

La varietà delle pietre e dei marmi – da quelli autoctoni a quelli esotici – ha sempre cadenzato la storia degli stili. Ecco il candore romanico del Duomo di Modena e la policromia della coeva Basilica di San Marco a Venezia; le trine del Duomo di Pisa e gli intarsi del Battistero di Firenze; il gotico dell’Île-de-France e quello della Germania. Infine i capolavori rinascimentali e barocchi della penisola italiana.

Saint John Baptist

Cattedrale di Saint John Baptist, Paterson, New Jersey

Tempio mormone a Lisbona

Tempio mormone, Lisbona

Tempio hindu

Tempio hindu Shri Swaminarayan Mandir, Londra

In questa linea di continuità si collocano le opere di carattere religioso della Ghirardi Marmi. Basti citare la Cattedrale di Saint John Baptist a Paterson nel New Jersey, la St. Stephen’s Church a E. Grand Rapids in Michigan, il Tempio mormone a Lisbona, la Moschea Sri Sendayan a Negeri Sembilan in Malesia, il Tempio hindu Shri Swaminarayan Mandir a Londra. Tra le più recenti realizzazioni, la chiesa di Padergnone di Rodengo Saiano (Bs) mostra un uso altamente espressivo degli inserti marmorei nell’interno, quasi a sottolineare il profilo organico della struttura e il forte carattere dei conci esterni. Ancora una volta l’idea di sacralità si combina con la perizia esecutiva della mano umana.

La Breccia lombarda

La Breccia Aurora Classica è un materiale pregiato che fa parte della tradizione lombarda in quanto cavato all’interno del bacino marmifero bresciano.

Qui il rilievo calcareo, noto comunemente con il nome di “Corna”, dà origine alla produzione del famoso Botticino; ma nell’area estrattiva – tra le località di Paitone e Gavardo – la Breccia Aurora Classica spicca per le sue caratteristiche cromatiche quasi mediterranee. Una sorta di “omaggio” che la Natura ha offerto proprio a poca distanza dal paesaggio luminoso e vibrante del lago di Garda.

Tra le brecce policrome, la Breccia Aurora Classica presenta una sorprendente tavolozza tonale. La pasta dello sfondo sfuma sulle gradazioni beige e paglierino, mettendo in risalto una trama di movimentate screziature che vanno dal colore nocciola a quello oliva; dalle venature aranciate a quelle rosso mattone. Ne scaturisce un’immagine senza tempo: per l’appunto “classica” nella percezione visiva e nella qualità intrinseca della materia.

Gli effetti pittorici della Breccia Aurora Classica consentono l’ideazione di composizioni raffinate e di campiture preziose, in particolare nella posa a macchia aperta e in abbinamento con altre pietre. Sia nella progettazione di edifici moderni come per gli interventi in architetture tradizionali, la Breccia Aurora Classica si presta a molteplici soluzioni creative: dalle superfici più ampie ai dettagli d’arredo.

Un esempio della sua versatilità è il restauro che Marmi Ghirardi ha eseguito per lo Sheraton Oman Hotel a Muscat. La combinazione della Breccia Aurora Classica con la Breccia Marina Blu e il Bs Beige ha creato una scenografica cornice negli ambienti interni, soprattutto nella hall, dove gli avvolgenti toni caldi del rivestimento parietale dialogano con la tenue ariosità della pavimentazione e le possenti basi delle colonne.

Sacra “Cittadella”.

Moschea Masjidsi Masjid Sri Sendayan

Negeri Sembilan, Malesia

La Moschea Masjidsi Masjid Sri Sendayan a Negeri Sembilan, città a sud di Kuala Lumpur (Malaysia) e da poco aperta al culto, si trova in una zona di nuova espansione, tra nuclei abitativi di recente urbanizzazione e un paesaggio collinare ancora immutato; per questo sta imponendo grazie alla maestosità della propria mole una spiccata identità all’intera area.

Infatti, già si parla di un nuovo Taj Mahal, e il paragone deriva dal carattere monumentale dell’architettura che evoca lo splendore del mausoleo indiano e quello delle moschee ottomane. Il progettista Zailan Yusop ha configurato un profilo molto pronunciato grazie alla cupola che svetta al centro dell’edificio, ma soprattutto con i due altissimi minareti che accompagnano la facciata come dei land marks.

Ancora una volta Marmi Ghirardi ha saputo interpretare le esigenze costruttive della committenza, non solo applicando i più elevati standard qualitativi ,ma anche elaborando con perizia esecutiva le partiture decorative che integrano l’immagine della Moschea.
Ne sono testimonianza le ampie pareti interne e le colonne elegantemente rivestite in Breccia Aurora Classico a macchia aperta con fasce in Dark Emperador.
Di grande impatto è la scala realizzata sempre in Breccia Aurora Classico lucidato.
Grazie a procedimenti tecnici d’avanguardia Marmi Ghirardi ha coniugato l’aspettativa del risultato finale con l’antica tradizione dell’architettura islamica, confermando la propria lunga esperienza nel trattamento dei materiali lapidei e dimostrandosi aperta alle più complesse evoluzioni del mercato internazionale.
Così nei rilievi che sovrastano l’atrio d’ingresso, nei pennacchi degli archi, nelle molte finiture ornamentali degli esterni , per i quali è stato impiegato un limestone di origine portoghese di colore crema leggermente puntinato

La Moschea è organizzata quasi come una sacra “cittadella”, per cui il fedele lascia la dimensione suburbana e penetra in un recinto organizzato secondo piani simbolici. L’ingresso principale è segnalato da due torrette con gli orologi che scandiscono il tempo per la preghiera. Ai lati, due corpi di fabbrica introducono al giardino centrale e nel quale sono poste le fontane per la purificazione. Un lungo porticato chiude il lato di sinistra, facendo da diaframma con il paesaggio. Infine l’arrivo alla Moschea, che è preceduta da un ulteriore elemento costruttivo: un atrio a pianta libera, coperto da una vetrata e che introduce alla sala della preghiera. L’impatto visivo è contrassegnato dal candore abbacinante dell’intero complesso architettonico, a partire dalla base dei singoli edifici fino alla sommità della cupola e dei minareti. Tale caratteristica è dunque la cifra stilistica della Moschea, e si deve al rivestimento esterno l’effetto di uniformità materica e di coerenza simbolica.

Luogo

Negeri Sembilan,
Malaysia

Architectural design

Zailan Yusop

 

Stone contractor

Ghirardi team
Italy

Materiali

Breccia Aurora Classica

Dark Emperador

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