Numero 8

Giugno 2020

Monumenti per l’Oltre.

Tra le architetture di pietra, i mausolei rivestono una particolare importanza simbolica. Già agli albori della civiltà, il ricordo dei defunti si esprime attraverso l’impiego di materiali durevoli. Questa tradizione, iniziata con i tumuli arcaici e micenei, giunge fino ai cimiteri ottocenteschi e contemporanei, in cui la pietra e i marmi alludono alla memoria imperitura.

Proprio le monumentali tombe del Medioevo e del Rinascimento hanno visto i maggiori scultori cimentarsi con tecniche e stilemi che hanno fatto la storia stessa dell’Arte. Donatello, Michelangelo, Bernini, Canova: quasi una sfida a trasformare il tema funebre in uno slancio vitale.

Dobbiamo a un grande architetto bresciano, Rodolfo Vantini (1792-1856), l’invenzione dei Campi Santi monumentali. Ispirato alla poetica dei Sepolcri di Ugo Foscolo e allo stile di Canova, il progettista immaginò una “città dei defunti” in pietra di Botticino. Unendo l’estetica neoclassica con la sensibilità romantica, Vantini affidò all’architettura e alla scultura un comune obiettivo celebrativo, poi diventato il modello per tutti i cimiteri europei. Inoltre aprì la strada a una larga schiera di artisti e artigiani del marmo, contribuendo alla diffusione di una tradizione locale: dalle semplici lapidi alle più complesse ornamentazioni plastiche.

È in questo solco che nasce nel 1938 l’attività della Ghirardi Marmi, poi esportata oltreoceano grazie a una consolidata esperienza artigianale. La qualità esecutiva dei manufatti, unita ai materiali pregiati e alla sensibilità artistica, si combina con il richiamo ai valori naturalistici della cultura statunitense. Ne sono esempi il Raleigh Memorial Park in North Carolina e il Greenwood Memorial Park a Fort Worth (Texas). Ma l’elenco si estende a molti altri mausolei realizzati da Ghirardi Marmi in Florida, California, Michigan, Colorado, Missouri, Tennessee. Le tipologie europee di origine accademica trovano un inedito equilibrio dentro la concezione pittoresca dei parchi, degli spazi aperti e del ritmo delle stagioni. Anche la dimensione luttuosa acquista un significato che fonde l’opera dell’uomo con il mondo della natura, affidando alla pietra il compito di lasciare una testimonianza indelebile.

Raleigh Memorial Park, NC
Raleigh Memorial Park, NC

Raleigh Memorial Park, NC

Raleigh Memorial Park, NC

Raleigh Memorial Park, NC

Rosso Verona,
rosso d’amore.

Fin dall’antichità il Marmo Rosso di Verona è stato usato come materiale per le monumentali architetture della città veneta. La celebre Arena e le porte romane sono la prima testimonianza di un uso locale che si fece sempre più esteso e culminò nel Medioevo con le chiese di San Zeno, San Fermo e Sant’Anastasia, e poi con le Arche scaligere e la Loggia del Consiglio.

Da Verona il marmo si diffuse capillarmente in tutta l’area padana: a Bergamo, Brescia, Parma, Bologna, Padova e Venezia spiccano importanti edifici di epoca romanica e gotica, in cui il cromatismo intenso riflette i valori estetici di una cultura urbana e nobiliare. Già a quei tempi la tonalità calda rendeva unico il marmo veronese, soprattutto nella combinazione con i corsi di pietra bianca – la cosiddetta striatura – e nella posa di ampie superfici pavimentali. Ancora oggi l’immagine degli interni chiesastici si accompagna alla classica alternanza di quadrotti o di losanghe già celebrati da Palladio.

Non solo elemento costruttivo, il Marmo Rosso di Verona divenne un prezioso materiale per la scultura e la decorazione plastica. Così nei rosoni, nei leoni stilofori, nei sarcofagi, nelle statue, nei fonti battesimali, nei balconi. Una seconda caratteristica rese famoso il Marmo Rosso di Verona, ovvero la presenza nella pasta calcarea di Ammoniti (conchiglie fossili più o meno grandi), che simbolicamente furono interpretati come manifestazione della magia della Natura e dei suoi segreti. Anche Leonardo ne fu affascinato.

Cavato nei monti Lessini, il Marmo Rosso di Verona è l’indiscusso protagonista di una lunga serie di architetture moderne e contemporanee; basti ricordare le opere di Carlo Scarpa, che ne esaltò il cromatismo quasi in chiave bizantina e lagunare. Più recentemente il restauro del Fondaco dei Tedeschi a Venezia, condotto da Rem Koolhas con OMA, vede la reinterpretazione della tipica striatura nell’atrio come una vertiginosa tessitura optical.

Molteplici le realizzazioni di Marmi Ghirardi con il marmo veronese, soprattutto nell’architettura religiosa e negli allestimenti interni. Tra questi la recente Brasserie Chavot di Londra, in cui il Rosso di Verona diventa uno dei protagonisti del pavimento a mosaico. Qui la decorazione si trasforma in un vero e proprio tappeto.

I colori del Sacro.

Chiesa Cattolica Romana di St. Stephen

East Grand Rapids, Michigan – USA

In continuità con il numero su Marble 7, nella “Architettura di Dio”, si afferma che l’impronta della mano umana nell’arte sacra e nell’architettura è a sé stante, l’evocazione della teologia dell’Incarnazione della chiesa – come estensione della creazione:

Questa prima epifania di “Dio che è Mistero” è al tempo stesso un incoraggiamento e una sfida per i cristiani, anche a livello di creatività artistica. Da essa è nata una fioritura di bellezza che ha tratto la sua linfa proprio dal mistero dell’Incarnazione. Il Figlio di Dio, facendosi uomo, ha introdotto nella storia dell’uomo tutta la ricchezza evangelica del vero e del bene, e con questo ha anche svelato una nuova dimensione della bellezza, di cui il messaggio evangelico è colmo fino all’orlo… Il Concilio tenutosi a Nicea nel 787 decretò che se il Figlio di Dio fosse entrato nel mondo delle realtà visibili – la sua umanità ha costruito un ponte tra il visibile e l’invisibile – allora, per analogia, una rappresentazione del mistero potrebbe essere usata, nella logica dei segni, come evocazione sensoriale del mistero. L’icona è venerata non per sé stessa, ma punta al di là del soggetto che rappresenta“.
– San Giovanni Paolo II – “Lettera agli artisti” (1999).

Il binomio artista-architetto e artigiano è un binomio espressivo. San Giovanni Paolo II continua nella sua lettera:
La pagina iniziale della Bibbia presenta Dio come una sorta di esemplare di tutti coloro che producono un’opera: l’artigiano umano rispecchia l’immagine di Dio come Creatore. Questo rapporto è particolarmente chiaro nella lingua polacca a causa del legame lessicale tra le parole stwórca (creatore) e twórca (artigiano)“.

La Costituzione sulla Sacra Liturgia Sacrosanctum Concilium del Concilio Vaticano II chiamava l’arte sacra e l’architettura: il “vertice” dell’arte religiosa, non esitava a considerare gli artisti come “un nobile ministero”.
Come forma di lode in sé, per mano dell’architetto David B. Meleca, FAIA e del “Maestro di pietra italiano” Ghirardi, si è sviluppata una collaborazione in risposta a questa chiamata della Chiesa, per creare questa “musica congelata”, (“La musica è architettura liquida; l’architettura è musica congelata” – Johann Wolfgang von Goethe).

Forme organicamente ispirate alle tradizioni dell’arte sacra e dell’architettura nel corso dei millenni sono emerse da materiali naturali che hanno ricevuto il loro colore, la loro consistenza e la loro densità dal grembo della terra milioni di anni fa. Gran parte della pietra naturale è stata estratta dalle regioni italiane di Carrara, Veneto, Aosta e Lombardia e lavorata a mano, nel nostro stabilimento di Carpenedolo – “Made in Italy”.

La mano unita dell’architetto e dell’artigiano hanno negoziato ciò che ha preso forma nell'”occhio della mente” nella realtà della pietra. Sono stati visualizzati modelli virtuali e reali delle forme chiave, che sono stati poi trasformati in modelli per il risultato finale.

Gli altari dell’Eucaristia e della Reposa del Santissimo Sacramento, l’ambone e il battistero sono stati lavorati a mano, gli intarsi e gli assemblaggi sono stati posati a secco per assicurare che le mani e le fatiche degli installatori garantissero che l’arte collaborativa finale diventasse veramente il suo intento. Naturalmente, non c’è niente come visitare la bellezza della cava e del laboratorio per annusare, assaggiare, ascoltare e sentire “la bella Italia”, non sono state richieste visite in fabbrica, anche nel mondo pre-COVID 19, dove le grandi collaborazioni possono completare le frasi di ciascuno. È proprio per esperienze come questa (di molte), solo una di queste qui citata, che Ghirardi ha evoluto le sue Stanze Virtuali. Quindi il discorso tra architetto/artista/artigiano nel corso dei millenni non è davvero cambiato, se non che sarà più bello che mai – questa è la nostra ultima vocazione!

ARTHUR J. SIKULA, AIA

Luogo

East Grand Rapids,
Michigan – USA

Architectural design

David B. Meleca, FAIA

 

Stone contractor

Ghirardi team
Italy

Materiali

Rosso Verona

Bianco Carrara

Verde Alpi

Dark Emperador

Giallo Atlantide

Arrivederci al prossimo numero di

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